Servizi

Aiuto i bambini con difficoltà comunicative e linguistiche ad esprimersi al meglio della loro potenzialità e a ritrovare la fiducia nelle loro capacità; guido i genitori nella ricerca delle migliori strategie per aiutare i lori figli.
Come opero?

• Svolgo sedute dirette nel mio studio, stimolando le competenze dei bambini mediante la proposta di giochi e attività divertenti e motivanti.

• Svolgo attività di counselling per genitori e insegnanti.

• Gratifico e insegno a gratificare lo sforzo dei bambini e dei genitori, che sono parte attiva dell’iter riabilitativo.

 

Apprendimenti

 

I disturbi specifici dell’appredimento (DSA) riguardano nello specifico le abilità di lettura (dislessia), scrittura (disortografia), calcolo (discalculia), tratto grafico (disgrafia) e di comprensione del testo. La presenza di queste difficoltà non permette al bambino di automatizzare le abilità citate e di sviluppare un rifiuto verso le attività scolastiche. La diagnosi di dislessia e disortografia può essere effettuata a partire dalla fine della seconda elementare, mentre la diagnosi di discalculia dalla fine della terza elementare. In caso di riconoscimento precoce è consigliato un intervento tempestivo.

Linguaggio e comunicazione

 

I disturbi primari del linguaggio descrivono un insieme di quadri clinici molto differenti tra loro, ma accomunati da un disordine nella comprensione e/o produzione linguistica in una o più componenti quali la fonologia, la semantica, la sintassi e la pragmatica.

Ritardo o disturbo?

L’età di 3 anni rappresenta una sorta di spartiacque tra i bambini cosiddetti “Parlatori Tardivi” o “Late Talkers” e i bambini con un possibile DSL (Disturbi specifici del Linguaggio). I Parlatori Tardivi sono in genere bambini che parlano poco, che producono meno di 50 parole all’età di 24 mesi, oppure che ne esprimono più di 50, ma in assenza di combinazione di due o più parole come abbozzo delle prime frasi. In alcuni casi, i Late Talkers possono gradualmente normalizzare e recuperare il linguaggio senza necessità d’interventi specifici, mentre in altri possono permanere delle fragilità e rivelare un Disturbo Specifico del Linguaggio. In quest’ultima circostanza, si tratta di bambini con un vocabolario limitato rispetto ai coetanei, con difficoltà nella coniugazione dei verbi e nell’utilizzo di articoli e pronomi.

Come intervenire?

Un bambino che manifesta un apprezzabile ritardo nel produrre le prime parole o che possiede un vocabolario molto ristretto all’età di 24 mesi, andrebbe valutato mediante uno specifico esame del linguaggio, fondamentale per poter stilare la diagnosi (formulata dal neuropsichiatra infantile) e stabilire, eventualmente, il trattamento logopedico più idoneo.

A oggi, molto frequentemente, i genitori di bambini con ritardo o con Disturbi specifici del Linguaggio si sentono dire che il proprio figlio parlerà e che lo farà esattamente come i suoi coetanei; quest’atteggiamento remissivo, porta però a trascurare e a svalutare un problema che si potrà riproporre in maniera amplificata nella vita del bambino. Si sottolinea pertanto l’importanza di una diagnosi precoce e di un tempestivo intervento logopedico, finalizzato a un miglioramento delle abilità linguistico-comunicative.

Funzioni orali

 

Le funzioni orali le attività svolte dalla bocca, quali: deglutire, masticare, articolare il linguaggio, respirare.

Se le funzioni orali sono alterate?

Le alterazioni delle funzioni orali, se non corrette precocemente, posso portare allo sviluppo di uno squilibrio muscolare oro-facciale (SMOF). I sintomi più frequenti dello SMOF sono: difficoltà di masticazione, deglutizione disfunzionale, errata posizione della lingua a riposo, malocclusione, palato ogivale, distorsione di alcuni suoni del linguaggio.

Come intervenire?

La Terapia Miofunzionale (TMF) viene praticata da oltre trent’anni in molti paesi del mondo, esistono molti studi scientifici che hanno dimostrato che un’alta percentuale (tra l’80-90% dei casi) hanno ottenuto miglioramenti nella gestione delle funzioni orali e nel supporto al piano di cura del dentista. Le alterazioni delle funzioni orali vanno trattate tempestivamente, molto spesso in accordo con il dentista o l’otorino curante, in questo modo si cerca di evitare l’instaurarsi di uno squilibrio muscolare orofacciale.

È un metodo applicato per la prevenzione e la riabilitazione delle disfunzioni e degli squilibri dei muscoli orofacciali (quelli coinvolti nell’articolazione della parola). I disturbi più comuni in cui si utilizza la terapia miofunzionale sono: malformazioni facciali e craniofacciali, squilibri nella struttura dei denti o della mandibola, malattie degenerative, traumi o ictus.

In che consiste?

La TMF si basa sull’analisi, la valutazione e il trattamento personalizzato, che comprende esercizi mirati alla rieducazione dei muscoli interessati, e al ripristino funzionale. Inoltre, il paziente impara nuove abitudini di respirazione, di articolazione e di deglutizione, dal momento che anche queste possono causare squilibri nella struttura ossea e nella muscolatura della bocca.

Disturbi dello spettro autistico

 

Le conoscenze in merito al disturbo autistico si sono ampiamente modificate nelle ultime due decadi: il dibattito scientifico e culturale in tema di autismo si è sviluppato molto sia in termini di nuove acquisizioni, che di collaborazione e confronto tra Università, Servizi, Istituzioni e Famiglie, che su questa grave patologia tendono a finalizzare le loro iniziative. Tuttavia persistono ancora notevoli incertezze in termini di eziologia, elementi caratterizzanti il quadro clinico, confini nosografici con sindromi simili, diagnosi, presa in carico, evoluzione a lungo termine.
Le linee Guida per il trattamento dell’autismo lo definiscono come una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo, biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita. Le aree prevalentemente interessate da uno sviluppo alterato sono quelle relative alla comunicazione sociale, alla interazione sociale reciproca e al gioco funzionale simbolico.

Come interviene il logopedista?

La figura del logopedista, nell’abito della presa in carico del paziente con autismo, partecipa in quanto specialista della comunicazione. Il logopedista provvede a definire il profilo comunicativo del bambino, valutare le opportunità comunicative a cui è esposto e le eventuali barrire presenti, il livello di decodifica del linguaggio e dell’ambiente circostante. Egli inoltre interviene mediante attività di counseling alle principali figure di accudimento e i principali ambienti di vita. Definito il profilo comunicativo, il logopedista individua i supporti maggiormente indicati a sostenere la comunicazione.
Nei casi di comorbidità con altre patologie che possono andare ad incidere sullo sviluppo del linguaggio verbale (ad esempio, disartrie o disprassie), è sua cura individuare e avviare l’intervento maggiormente indicato a favorire lo sviluppo della comunicazione e del linguaggio.

Screening sui prerequisiti dell’apprendimento

 

Gli screening sono indagini preventive eseguite l’ultimo anno della scuola d’infanzia, che consentono di identificare precocemente i bambini a rischio di sviluppare difficoltà nelle abilità scolastiche. Sono delle valutazioni che rivelano la presenza di difficoltà specifiche a carico dei prerequisiti e offrono l’opportunità di intervento prima che queste incidano sull’acquisizione delle competenze scolastiche.

Lo sviluppo delle competenze utili al successivo apprendimento della lettura e della scrittura, inizia intorno ai 4 anni di età e si completa intorno ai 6 anni. Nel caso in cui il bambino non abbia sviluppato prima dell’ingresso alla scuola primaria queste capacità, aumenta il rischio di sviluppare un ritardo negli apprendimenti e/o un futuro disturbo specifico dell’apprendimento.